martedì 16 dicembre 2008

Le funzioni formative dello sport: da GRUPPO a SQUADRA



Le funzioni formative dello sport

Relazione sui contenuti trattati nell’incontro promozionale con la società formativa GRUEMP del 15 Dicembre 2008 (Padova), dal titolo “Costruire una SQUADRA vincente” dedicato alla formazione nell’ambito sportivo, per tutte le discipline e per la gestione di squadre.

Relatore: Dott. Damiano Frasson

Nell’ambito sportivo si inizia ad organizzare e praticare attività con competenza e professionalità. Oggi fare sport può diventare un’opportunità FORMATIVA per migliorarsi come PERSONE, prima che come atleti o dirigenti.
Lo sport è un contesto che può favorire l’educazione dei bambini, dei giovani e degli adulti, trasformandosi in una opportunità per testimoniare concretamente idee, valori e comportamenti etici.
Lo sport è un’attività trasversale che si compensa con il ruolo educativo svolto dalle altre agenzie (famiglia, scuola, società,lavoro…).

COME INTENDIAMO LA FORMAZIONE E QUALI PRINCIPI SI RITROVANO NELL’AMBIENTE SPORTIVO?

La formazione è un’attività rivolta alle persone, finalizzata ad informare, promuovere,dare forma e motivare verso nuove conoscenze,capacità e competenze riguardanti lo sviluppo personale ed organizzativo. Uno dei pilastri della formazione, che nello sport assume connotati molto specifici è “imparare a vivere assieme agli altri”: la formazione oggi non si accontenta più di fornire solo Istruzione,Conoscenza ed Addestramento, poiché prevede l’interazione di Emozione, Esperienza e Riflessività; tre elementi che nello sport sono fondamentali, e che esso stesso ne permette lo sviluppo in modo migliore rispetto ad altri contesti.
Necessariamente, la matrice pedagogica che individuiamo parlando di sport, non può essere che quella Esperienziale (Experiential Learning), secondo la quale dal “fare”e dal “agire” si possono apprendere elementi e concetti che rimangono in noi in modo più profondo e consapevole, rispetto a quanto si potrebbe raggiungere solo con l’apprendimento teorico.
Possiamo rappresentare così l’APPRENDIMENTO ESPERIENZIALE, come un circolo virtuoso che parte 1. dall’esperienza concreta (situazione in cui mi trovo), che può trasformarsi in 2.Osservazione riflessiva (come siamo arrivati a questo punto?), e di conseguenza in 3. Concettualizzazione astratta (dunque le cose funzionano così), per arrivare in fine al vero apprendimento che si manifesta con la 4. Sperimentazione Attiva.

Intervistando brevemente i presenti, rappresentanti di diverse discipline sportive, si è chiesto loro quali BISOGNI individuano nella realtà in cui sono inseriti.
Sono emersi molti temi confinati con la formazione in senso stretto e con l’educazione, temi come MOTIVAZIONE, LEADERSHIP, COMUNICAZIONE, GESTIONE DEI CONFLITTI, CONSAPEVOLEZZA, AUTOSTIMA… argomenti questi presenti sia nel rapporto allenatori, istruttori, coach nei confronti dell’atleta, sia di quest’ultimo verso i superiori, sia nel rapporto con i genitori che verso la disciplina sportiva stessa.
I bisogni, così come sono stati studiati da Maslow, indicano una carenza, una mancanza che è necessario colmare in modo completo prima di procedere verso altro. Questo “altro” a cui si può tendere quando i bisogni sono soddisfatti è il DESIDERIO, legato ad esperienze che voglio fare, a qualcosa che voglio raggiungere. Non è da escludere che nel tempo il desiderio si trasformi in bisogno.

Secondo Bruscaglioni, i desideri, (come i bisogni) sono anch’essi disposti in una scala.
Partendo dal fondo troviamo :
5. Nuove esperienze (desiderio di flessibilità, di fare nuove esperienze, usare tecniche nuove)
4 .Nuove capacità
3. Innovazione
2. Generatività (Essere e sentirsi partecipe, generare quello che si sta vivendo. Desiderio per la crescita.)
1. Senso / Significato.

Essere consapevoli che nello sport, in maggior grado che in altri contesti, questi desideri possono trovare realizzazione più evidente e concreta, è uno scopo che dovrebbe porsi ogni allenatore, istruttore , genitore che si trova a gestire atleti, nonché prendersi l’onore di rendere loro stessi consapevoli di tutti i risvolti che la pratica sportiva da loro svolta, a qualsiasi livello, può comportare per la crescita personale.

LA MOTIVAZIONE NELLO SPORT


Parlando di motivazione non si possono non citare aspetti della qualità, da migliorare partendo dalla persona. Riprendendo alcuni concetti dalla filosofia Orientale, possiamo descrivere due processi attraverso i quali è possibile il “miglioramento”:

Un processo KAIRYO , cioè una innovazione immediata e forte, un grande cambiamento
Un processo KAIZEN , cioè tanti piccoli miglioramenti, consolidamento e sviluppo.

Ogni allenatore sceglie la propria metodologia, l’importante è la coerenza e la conoscenza degli effetti (benefici o meno) del seguire una strada rispetto ad un’altra.
Una volta definito il metodo, la motivazioni con le quali un allenatore può trovarsi a lavorare, sono di due tipi: quelle del SINGOLO e quelle del GRUPPO.
Non sempre motivare una persona sola è più semplice, anche se è una, le resistenze sono molte; mentre nel gruppo e nel motivare il gruppo, questi fornisce scudo e supporto al singolo, formano una unità che mostra delle facilitazioni. Si dovrà però fare attenzione, soprattutto nei settori giovanili, a non incorrere nel rischio, da parte dell’allenatore, di “delegare “al gruppo decisioni, assegnazioni di ruoli, autogestioni, in modo “sistematico”,rischiando così la perdita di sensibilità ed il rispetto e la fiducia per il ruolo investito. La propria autorità ed autorevolezza nei confronti del singolo e del gruppo vanno regolate nel tempo e sempre motivate. Noi motiviamo il singolo ed il gruppo, ma anche loro allo stesso modo motivano noi.

LEADERSHIP- EMPOWERMING - MANAGEMENT


CHE COS’È LA LEADERSHIP?
Potremmo definire allora la leadership come:

“l'influenza interpersonale esercitata in una situazione e rivolta, mediante il processo della comunicazione, in direzione del conseguimento di uno o più obiettivi specifici"
(R. Tannenbaum, I. R.Weschler, F. Massarik ).
Quindi non nel senso antico e più diffuso di Leader come „capo“ che comanda, che prende solo le decisioni, ma Leader come figura di riconiscimento che viene riconosciuta dal gruppo aseconda die contesti (Leadership SITUZIONALE)

Non è possibile parlare di leadership senza parlare di potere: le due principali e distinte componenti che identificano il concetto di potere sono:
· Potere Personale
· Potere di Posizione

Il Potere Personale deriva dalla credibilità, dalla fiducia, dal rispetto che il leader sa ottenere dai propri collaboratori e in genere dalle persone che lo circondano o fanno parte di un progetto di vita. Esso è quindi frutto della coerenza, della competenza, della lealtà e della trasparenza, della forza interiore che il leader dimostra con il suo comportamento quotidiano.

Il Potere di Posizione deriva dalla possibilità che il leader ha di distribuire punizioni, premi, sanzioni e ricompense ai propri collaboratori o comunque alle altre persone. Il potere di posizione deriva dalla posizione che il leader occupa nel sistema organizzativo di riferimento.
Come può esercitare la sua leadership un allenatore? Può essere direttore, affiancatore, motivatore,supervisore, a seconda di come decide di gestire il suo ruolo e di come riesce farsi percepire dagli altri.

QUALI SONO LE PRESTAZIONI BASE?
un allenatore deve, necessariamente saper gestire LE PRESTAZIONI dei propri atleti, far comprendere loro cosa sono, come manifestarle e quando queste si trasformano in PERFORMANCE. E' sott' inteso che tutte quelle prestazioni descritte per gli atleti, devono essere rispettate anche dall'allenatore, come punti fissi da tenere presenti in ogni programmazuione. Possiamo stabilire una semplice scala.
Predisposizione fisica
Motivazione
Allenamento
Impegno
Concentrazione
Tecnica
Si deve ricordare che il RISULTATO per una prestazione data è sempre inferiore AL VALORE DELLA PRESTAZIONE STESSA. Questo in ambito sportivo è molto evidente: per avere un risultato ottimo, la mia prestazione deve essere eccellente, per avere un risultato ECCELLENTE , la mia performance deve essere STRAORDINARIA.

( Se duranti gli allenamenti ho dato il massimo, e le mie performance sono quindi straordinarie, il risultato che otterrò in gara sarà ECCELLENTE: questo sarà vero anche se il risultato è una SCONFITTA. Se sono consapevole di avere dato il massimo, accetto di perdere in modo maturo, e ne conosco le motivazioni)

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLA PERFORMANCE?
l Passione ed entusiasmo
l Concentrazione nel presente “noi siamo dove sono i nostri pensieri”
l Perseveranza (continuare in modo costruttivo e consapevole anche quando non ci sono i risultati
l CREATIVITA'. Spesso viene sottovalutata a livello di performance,ma può essere “allenata” e dare risultati inaspettati
l Flessibilità (capacità di adattarsi, sia da parte dell'atleta che dell'allenatore)
l Capacità di attivare risorse (sia interne che esterne)
l OTTIMISMO:deve esserci congruenza fra stato emotivo e modo di agire. Ottimismo come “stile”
l Determinazione di obiettivi. Si accumula frustrazione se non si raggiungono obiettivi che mi possono motivare, non devono essere troppo lontani e raggiungibili con difficoltà (gradualità e coerenza, filosofia KAIZEN)
l Organizzazione del tempo. Chi riesce ad organizzare il suo tempo, anche nella vita quotidiana, fa sempre di più. Necessità di trovare un criterio.
l Potere Personale (diverso da Potere di Posizione) Non intendere il potere solo come quello che gli altri hanno su di me , ma acquisire la consapevolezza che si PUO', il potere come forza del FARE. IL potere personale è quello che mi riconoscono gli altri.


DA GRUPPO A SQUADRA

IL GRUPPO si può definire come un insieme non casuale di persone, con desideri, motivazioni e fini condivisi. Si parla di MEMBERSHIP quando l'individuo si sente parte del gruppo, si parla di GROUPSHIP quando l'individuo si fa un'idea di se stesso rispetto al gruppo (interdipendenza con gli altri soggetti)
L'allenatore dovrebbe mantenere il giusto equilibrio fra bisogni/desideri del singolo e del gruppo. Eventuali conflitti o problemi devono essere affrontati, motivati, fornire più chiavi di lettura, essere costruttivi. Spesso eliminare il problema o la ragione che lo crea non è istruttivo e produttivo.
Nel momento in cui il gruppo inizia a prendere coscienza di se stesso come entità particolare ed autonoma, e diventa consapevole di avere una identità in sé, si dice raggiunge la SINTALITA'.

LA SQUADRA. Gruppo che è riuscito ad integrarsi, che ha saputo trasformare le reciproche differenze da ostacoli, a risorse utili al raggiungimento di obiettivi.

FATTORI DI PROCESSO DI UNA SQUADRA:

Obiettivo. È l'elemento fondamentale e costituente primo
Metodo: Da definire sempre e da mantenere in modo coerente e consapevole
Ruoli. Devono essere chiari e definiti fin da subito
Leadership. Capire l'influenza reciproca (il gruppo mi può valorizzare)
Comunicazione (importanza anche del non verbale)
Clima: (relazione)

Tutti questi elementi creano lo SVILUPPO. Superando i bisogni iniziali, la sensazione ed il comportamento si modificano, diventa SQUADRA.

3 commenti:

gioia ha detto...

Molto molto interessante il post relativo alla motivazione nello sport e all'introduzione dei due concetti della filosofia Orientale.
E' proprio la filosofia orientale a farci capire che non solo nello sport ma in tutta la nostra vita dobbiamo cercare di capire noi stessi, il nostro corpo, i limiti, le potenzialità, se non si riesce a fare qualcosa bisogna con tutte le forze spingersi per raggiungerla. Una bravissima maestra di arti marziali dice sempre "Volere è Potere".

damiano ha detto...

Brava Stefania, mi sembra proprio di capire che lo sport ti interessa parecchio. Mi fa piacere che l'inizitiva di GRUEMP ti sia piaciuta Potrebbe essere un'idea fare una tesi che vada ad indagare I BISOGNI di formazione nelle società sportive.
GRUEMP organizzerà la seconda edizione per Lunedì 12 Gennaio 2009, la sera.
Ogni tanto terrò d'occhio il tuo Blog che ha informazioni interessanti.
Colgo l'occasione per augurarti BUON NATALE.
www.gruemp.it - Damiano Frasson

damiano ha detto...

Ciao Stefania, come va con lo studio? GRUEMP ha organizzato un secondo incontro il 12 gennaio scorso sulle funzioni formative nello sport...è uscito anche un annuncio sul gazzettino (vedi www.gruemp.it -rassegna stampa).
L'incontro è andato bene, in questa occasione erano presenti tutti allenatori e dirigenti di Calcio.
L'interesse è sempre alto sopratutto quando gli allenatori sono di giovani ragazzi e/o adolescenti che sentono forte l'emergenza educativa.
Buon proseguimento. Damiano

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